È partita da Biella la battaglia contro la fibre sintetiche per ridurre l’immissione di micro-plastiche nelle acque, grazie a una petizione su Change.org (piattaforma tra le più note al mondo per le petizioni on line) e indirizzata al ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
A lanciare questa battaglia è stato l’imprenditore biellese Giovanni Schneider, AD dell’omonimo gruppo che conta circa 600 dipendenti distribuiti in cinque Continenti. Schneider è anche vicepresidente dell’associazione per il Commercio Laniero nonché membro del Comitato Esecutivo dell’IWTO, l’International Wool Textile Organization.
«C’è un modo per ridurre le micro plastiche nelle nostre acque – dice Schneider in una intervista a La Stampa – Attiviamoci affinché in Italia venga approvata una legge a protezione dei nostri mari, che darebbe un forte impulso economico alla nostra filiera tessile, notoriamente legata alla produzione di capi in fibre naturali come il cotone, la lana e la seta e che quindi crei nuovi posti di lavoro».
Quella di Schneider infatti è una battaglia che può raggiungere tre obiettivi:
- contribuire alla piena e responsabile informazione del consumatore
- minimizzare il rilascio nelle acque di micro-plastiche derivanti da fibre sintetiche
- e soprattutto dare un impulso alla filiera tessile delle fibre naturali (lana, seta, cotone, ecc…)
Il sostegno del TAM
Il nostro istituto, che fonda la propria mission sulla valorizzazione delle eccellenze tessili promuovendo la ricerca e sviluppo del settore per l’individuazione di lavorazione e prodotti innovativi e sostenibili, si riconosce completamente nei principi di questa battaglia.
Abbiamo quindi scelto di aderire alla petizione promossa da Giovanni Schneider, invitando tutti coloro che si riconoscono in questi principi ad aderire fin da subito:
Il gruppo Schneider protagonista nella filiera della lana
Protagonista della petizione, dicevamo, è Giovanni Schneider, AD del gruppo omonimo, forse un’azienda di prodotti in lana tra le meno conosciute al grande pubblico, ma con una lunga storia alle spalle (il Gruppo Schneider è stato fondato a Biella circa 80 anni fa) nonché fondamentale per la trasformazione della lana “sucida“, cioè grezza, comprata per esempio in Australia, in tessuto o magari in maglione o giacca.
Il gruppo è specializzato nell’acquisto di fibre pregiate (lana Merino, seta, cashmere, vicuna) ed è presente con uffici commerciali o vere e proprie fabbriche in Italia, Egitto, Iran, Argentina, Cina e Mongolia.