L’emergenza Coronavirus ci ha costretti alla quarantena, ma l’ingegno, la creatività e l’intraprendenza non si fermano per fortuna, e dallo spirito di solidarietà di Paola Fini, docente di marketing del TAM, è partita una produzione artigianale di mascherine con tanto TAM al suo interno!
Se il mondo della moda si mobilita…
L’ultimo in ordine di tempo è stato il gigante della moda, il gruppo Armani, che ha dato notizia che convertirà i propri stabilimenti in Italia per la produzione di camici monouso destinati a medici, infermieri e operatori sanitari impegnati in prima linea.
Ma quella di re Giorgio è solo l’ultima delle azioni messe in campo dagli operatori del settore moda, che in gran massa si sono mobilitati accogliendo gli appelli delle regioni: da Prada a Gucci, da Ermanno Scervino a Valentino, Salvatore Ferragamo e così via…sono ormai moltissimi i grandi nomi del fashion italiano impegnati nella produzione di materiale tessile destinato ai sanitari e non solo.
…il tessile biellese non sta a guardare
Di fronte all’emergenza anche il “Made in Biella” si è messo in rete, annunciando la produzione di un milione di mascherine entro i prossimi giorni.
Finora al progetto lanciato da Unione Industriale, Confartigianato, CNA e Tessile e Salute, hanno aderito una decina di aziende e tra queste ci sono anche alcune big, ma non è escluso che se ne aggiungano altre.
“Per quanto riguarda la possibilità di iniziare la produzione di strumenti di protezione individuali (mascherine non sanitarie e camici) ci siamo attivati attraverso l’unità di crisi della protezione civile della Regione Piemonte e attraverso Confindustria nazionale per fornire alle aziende le indicazioni tecniche necessarie e raccogliere le disponibilità delle imprese – dice il direttore dell’Unione industriale biellese, nonché Presidente del TAM, Pierfrancesco Corcione.
Posso dire che in alcuni casi siamo già in fase di prototipazione e aggiungo che nell’incontro in Regione ho raccolto grande disponibilità per accelerare il percorso di certificazione in coerenza con le disposizioni del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità”.
Le mascherine fashion con il TAM nel cuore
Accanto alle iniziative dei grandi, anche le imprese dei piccoli sono altrettanto significative e certamente non meno importanti.
Ne è un esempio luminoso, raccontato anche dal quotidiano La Stampa, la cordata di solidarietà innescata da Paola Fini, nostra docente di marketing, per la realizzazione di una serie di mascherine, prodotte artigianalmente in collaborazione con la sarta Nunzia Venitucci, la nostra direttrice Silvia Moglia, la docente di confezione industriale Gigliola Vinci e un ex allievo del TAM Vittorio Zanforlin.
Un’iniziativa che sosteniamo con orgoglio proprio perché nata in seno al TAM, in quello che è lo spirito di collaborazione tra docenti, aziende e allievi che caratterizza la nostra quotidianità, purtroppo interrotta così bruscamente.
Cosi Paola Fini racconta di come sia nata l’idea:
“Il lock down che stiamo vivendo in modo ormai globale ha bloccato non solo le persone costrette a casa, ma anche tante attività lavorative. La mia è una di queste. Mi sono chiesta, cosa so fare e cosa posso fare da casa?
Il mio mondo è fatto di tessuti e di macchine da cucire, è fatto di amici e di persone che hanno voglia di rendersi utili.
La prima idea, anche se piccola e forse scontata, è stata quella di mettersi al lavoro per produrre le fatidiche mascherine introvabili.
Le mie sarte e i colleghi dell’ITS TAM di Biella (questa settimana sul podio dei migliori ITS piemontesi, bravi!) si sono messi al lavoro.
Grazie ai materiali donati da PRATRIVERO SpA e dal Nastrificio FURLANIS, nonché alla sorte collaborazione della signora Pierangela della TNT di Vigliano Biellese, che ha preso in carico la consegna del tessuto in tempi rapidissimi, si è dato avvio al primo lotto di 50 mascherine già consegnate a una casa di riposo e a un medico, che le ha fatte avere a chi consegna acqua e pasti a domicilio.
Mentre altre 600 mascherine sono in lavorazione, la voce comincia a spargersi e ora Paola si sta organizzando per gestire la mole di richieste che sta ricevendo.
L’impresa diventa grande
Poiché la solidarietà è contagiosa, ora sono molte anche le offerte di aiuto che Paola sta ricevendo per dar manforte all’iniziativa, rendendola sempre più solida. È bastata una piccola (ma grande nel suo significato) scintilla per mettere in moto un’azione solidale e di così grande utilità in questo momento di sofferenza che la dice lunga sulla capacità delle persone e dei professionisti di reagire alle difficoltà mettendo a disposizione la propria inventiva e la propria expertise alla servizio della comunità!